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comunicato stampa

Falconara, Federici (IV): "Fermiamo lo scempio delle strutture sportive d’eccellenza"

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Cosa sta succedendo a Falconara se guardiamo oltre le suggestive luminarie che addobbano la città per le prossime festività natalizie?

Succede un fenomeno che sta sfuggendo all’attenzione dei più, che riguarda il ridimensionamento e declassamento del ricco patrimonio di strutture e impianti pubblici che le Giunte di centro destra hanno ereditato nel 2008 dalle precedenti amministrazioni comunali. Dopo ben 12 anni di governo della città da parte del centro destra, assistiamo ad edifici scolastici che chiudono (vedi il caso delle scuole medie Giulio Cesare) senza prospettive di riapertura a breve, a demolizioni di strutture sportive di eccellenza, che hanno dato lustro alla città, e soluzioni di ripiego e inadeguate, con la semplice motivazione della riduzione dei costi e dei tempi di realizzazione. Tutto ciò per mancanza di manutenzioni e programmi di recupero e conservazione.

E’ il caso della piscina comunale, costruita oltre 40 anni fa , con vasca di 25 m., 6 corsie ed una vasca minore di 12m., che ha svolto un ruolo di primo piano nelle attività sportive e sociali della città, Con una scelta scellerata della Giunta la piscina viene chiusa con la prospettiva di riaprirla con una copertura in pallone pressostatico, con il limite di capienza di 50 persone, come se non fossero note le difficoltà di gestione di tale tipo di struttura. Decisione scaturita dalla necessità di rifare il tetto di copertura della piscina, in stato di degrado dovuto agli anni, in tempi rapidi ed a costi ridotti. Per Sindaco e Giunta ridurre tempi e costi sono un buon motivo per declassare un impianto che è stato il fiore all’occhiello della città e che dovrà rimanere a servizio dei cittadini per i prossimi decenni.

Altro caso che risponde alla stessa visione pauperista e non lungimirante dell’attuale Giunta è quello che riguarda la scelta di demolire la tribuna dello stadio Rocchegiani. Struttura d’eccellenza realizzata oltre 50 anni fa, con una capienza di oltre 2.200 persone, a servizio di un campo da calcio di primordine conosciuto in tutta la Regione e ad una pista di atletica. Lo Stadio Rocchegiani, oltre ad aver svolto un ruolo importante nel calcio falconarese, ha ospitato negli anni importanti eventi, non solo in ambito sportivo, ma anche di ordine sociale e del tempo libero.

La necessità di ristrutturare la tribuna in cemento armato, ammalorata dagli eventi atmosferici, porta la Giunta a scegliere, sempre con la solita motivazione di fare presto e ridurre i costi, la demolizione dell’intero manufatto per progettare una tribunetta ridotta in prefabbricati metallici, con capienza di appena 500 posti, incompatibile con le esigenze di una città di oltre 26 mila abitanti (basti pensare alle Mini Olimpiadi). Non sono condivisibili poi le motivazioni addotte, suffragate anche dai tecnici incaricati della verifica strutturale, che il manufatto presenta carenze progettuali ed errori di esecuzione dopo aver svolto, senza problemi, il proprio ruolo per oltre 50 anni. Le carenze di manutenzione richiamate, inoltre, suonano come un’ auto accusa per le Giunte di centro destra succedutesi negli ultimi 12 anni.

Una soluzione ragionevole per salvaguardare la storica struttura, l’ha data il Presidente della Consulta per lo Sport con una nota indirizzata al Sindaco il 5 ottobre scorso che, come al solito, non è stata presa in considerazione. Immaginiamo già che la risposta degli attuali amministratori sarà quella di mancanza di risorse e dei debiti ereditati. Dopo 12 anni di governo della città non è più tollerabile il solito ritornello: è necessario programmare, progettare e trovare adeguati finanziamenti pubblici che si sono possono reperire con il bando nazionale “Sport e Periferie” e con mutui del “Credito Sportivo”. Non si può continuare a snaturare ed impoverire la città delle sue strutture storiche di eccellenza. E’ ora di dire basta.



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 05-12-2020 alle 12:40 sul giornale del 07 dicembre 2020 - 761 letture