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Covid, il virologo Burioni sulle aperture: “Riaprire subito bar, ristoranti e teatri all’aperto”

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Il virologo, immunologo e accademico marchigiano Roberto Burioni, con un "cinguettìo" social, si dichiara favorevole, con l'arrivo della bella stagione, a una riapertura delle attività all’esterno: “A me non dispiacerebbe cenare fuori o assistere a un concerto con il cappotto!”.

"RIAPRIRE", un verbo che abbiamo sentito e ri-sentito fino allo spasimo durante le ultime settimane, come una sorta di implorante e sensibilizzante appello provenire da più parti e non solo dagli operatori del settore. Questa volta però, l’auspicio-invocazione non arriva da un politico qualsiasi, da un rappresentante di categoria o da qualche esercente esasperato, ma giunge nientedimeno che dal celeberrimo Professor Roberto Burioni, l'immunologo e divulgatore scientifico pesarese, 58enne, ospite fisso di “Che tempo che fa” e, da sempre, predicatore della prudenza estrema per contenere il fenomeno pandemico (anche con metodi "assolutisti" proprio come le tanto contestate chiusure e il lockdown).

Stavolta, invece, il professor Burioni, cogliendo tutti di sorpresa con una sorta di inaspettata "retromarcia", attraverso un post pubblicato sul suo account Twitter nel quale si è schierato tra gli "aperturisti" prudenti, ha vergato queste righe: “I dati indicano che il contagio all’esterno è molto raro. Perché con l’arrivo della bella stagione non riaprire subito bar, ristoranti e pure teatri all’esterno, non lesinando autorizzazioni? A me non dispiacerebbe cenare fuori o assistere a un concerto con il cappotto!”

Oltre al professor Burioni anche Fabrizio Pregliasco, virologo e docente all'Università Statale di Milano, ha sottolineato che "così come abbiamo già sdoganato la scuola come elemento prioritario, seppur non privo di rischi, valutiamo step by step queste aperture, sicuramente partendo da quelle con minor rischio. Di sicuro, iniziative all'aperto, senza affollamenti e con una grande attenzione ai protocolli di sicurezza si possono provare. Ma la mia paura è quella che ci sia un 'liberi tutti' mentre dobbiamo fare in modo che queste aperture siano in qualche modo accompagnate da una grande attenzione. Perché appena c'è la zona gialla o peggio la zona bianca aumenta il rischio e il caso della Sardegna mi sembra esemplificativo in questo senso".



Questo è un articolo pubblicato il 14-04-2021 alle 11:14 sul giornale del 15 aprile 2021 - 282 letture