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Tamberi torna sul campo di casa. Incontro con stampa e autorità al Palaindoor

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Tamberi: “Questi 5 anni sono stati terribili. Vincere è stata una rinascita” “Quel giorno sapevo che era il mio giorno. Ora voglio godermi la vittoria”

Il palco allestito sotto un asta posta all'altezza decisiva dei 2,37 metri ospita due sedie per i due Tamberi, papà Marco e il campione Gianmarco detto Gimbo. Nella platea il Presidente della Regione Francesco Acquaroli, l'assessore regionale allo sport Giorgia Latini, un commosso Presidente del CONI Marche Fabio Luna l'assessore allo sport Andrea Guidotti e il Dirigente della Questura di Ancona Giovanni Giudice, venuti ad accogliere l'atleta ed amico al suo ritorno in città, con la promessa di un prossimo evento pubblico con la presenza della cittadinanza per celebrare collettivamente l'impresa storica dell'atleta dorico.

L'INFORTUNIO

Sono ancora vive le emozioni di domenica primo agosto: “Ogni tanto ci guardiamo con Chiara e scoppiamo a piangere” racconta Tamberi. Una vittoria che come testimoniava l'ormai iconico gesso della frattura del 2016 è frutto di un sacrificio ed un dolore che difficilmente possono essere immaginati: “ Sono stati 5 anni difficilissimi con due operazioni alla caviglia e tanti piccolo infortuni negli anni a seguire. Ci sono stati veri dubbi se potessi tornare a praticare questo sport ad alti livelli, ma se sono tornato è stato solo per vincere questa medaglia. Anche quando sono tornato tra i primi 10 al mondo non mi bastava. Non volevo essere un numero, volevo essere il numero uno. Le notti in bianco e i momenti difficili sono stati tanti. Non mi sono goduto un solo minuto di questo percorso fino al momento della vittoria”.

Quella per Tokyo è stata una strada tutta in salita per Gimbo, con sofferenze fisiche, ma anche mentali: “La mia intera carriera era diventa sinonimo di infortunio. Essere uno sportivo famoso per un infortunio è una sciagura. Io non volevo essere compatito, ma dimostrare quanto valevo. Ma oggi posso dire che quell'infortunio è stato una benedizione

“QUELLO ERA IL MIO GIORNO”

“Ho vissuto un momento di estasi che non pensavo fosse possibile. Una gioia enorme dovuta ad un dolore enorme. Una rinascita”. Così Tamberi descrive il momento della vittoria, rievocando un momento ancora vivo nella mente di tutti i presenti, compreso il papà ed allenatore Marco, che racconta: “Quando ha vinto volevo solo andare ad abbracciarlo, ma le gambe mi cedevano, sono ricaduto per tre volte sulla sedia, è la sintesi di tutto il percorso”.

Se inaspettata era l'intensità delle emozioni, quella domenica a Tokyo Tamberi era sceso in pista con le idee molto chiare su come sarebbe andata a finire: “Il giorno della finale ho abbandonato ogni scaramanzia. Ho portato due borse, una con il materiale per la gara e una con i vestiti per la premiazione. Sapevo di una medaglia sarebbe stata mia. Sono arrivato alla gara con la consapevolezza che avevo fatto tutto il possibile. Nessuno su quella pista aveva sofferto quanto me per essere lì. Quello era il mio giorno”.

L'ORO CONDIVISO

Una vittoria doppiamente storica in quanto condivisa con l'atleta del Qatar Mutaz Essa Barshim, che di Gianmarco è avversario, ma anche amico: “Quando ho visto l'asta cadere all'ultimo tentativo di Barshim sapevo di non aver perso, ma non sapevo cosa sarebbe successo. L'unica cosa che volevo era andare ad abbracciarlo. In uno sport individuale è rara la felicità collettiva. Quando sei da solo sei felice per il tuo successo, ma manca quel moltiplicatore della felicità condivisa. Aver vinto con un amico è stata la ciliegina sulla torta. Con tanti altri atleti non lo avrei fatto. È stato un gesto di amore reciproco. Avevamo entrambi realizzato il nostro sogno”.

PER LA PRIMA VOLTA MI GODO LA VITTORIA, MA ANCORA NON MI RITIRO

“Fino ad oggi consideravo la mia carriera solo nella media. Quando vinsi i mondiali indoor a Portland nel 2016 ricordo che ero felicissimo, ma la mia prima dichiarazione fu “sono felice di essere in forma nell'anno delle olimpiadi”. Non puoi goderti veramente qualcosa se sei in attesa di qualcos'altro. Ora che l'ho ottenuta questa vittoria me la voglio godere per almeno un mese, senza pensare ad altro”.

Ma Gimbo vuole tranquillizzare il suo pubblico “Ancora non mi ritiro, penso di aver dimostrato di essere in forma (ride). Il prossimo anno ci sono i mondiali outdoor. Se vincessi anche quella medaglia avrei vinto tutto quello che si può vincere nell'atletica”.

Nel frattempo il meritato riposo insieme alla fidanzata Chiara, alla quale ha chiesto la mano prima di partire per il Giappone: “Chiara è stata fondamentale. Ha messo la mia carriera anche davanti alla vita, il suo sostegno è stato fondamentale. Le devo tantissimo e glie le volevo dimostrare quanto contasse per me”.





Questo è un articolo pubblicato il 05-08-2021 alle 18:15 sul giornale del 06 agosto 2021 - 621 letture