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L’Altra Senigallia: San Gaudenzio da “Oasi faunistica protetta” a discarica della vergogna

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Transitando per la Strada di San Gaudenzio mi sono imbattuto per l’ennesima volta in quella che è diventata una vera e propria discarica a cielo aperto.

Non è la prima volta che scrivo in merito a questa problematica ma speravo, forse ingenuamente, che dopo ripetute segnalazioni anche a mezzo diversi articoli su Vivere Senigallia (questo il link dell’ultimo), la situazione potesse migliorare e chi di competenza si fosse attivato.
E invece no, anzi, la situazione è degenerata a tal punto, che ho potuto contare personalmente sei diversi siti dove gli incivili hanno scaricato i loro rifiuti.
Ricordo che la stessa provincia di Ancona nel 2005 ha istituito in quel sito “L’oasi faunistica protetta di San Gaudenzio” in quanto di importanza notevole sia dal punto di vista paesaggistico per la presenza di flora e fauna rare, sia dal punto di vista paleontologico per la presenza di fossili risalenti a qualche milione di anni fa, venuti alla luce laddove per centinaia di anni si è esercitata l’attività estrattiva della cosiddetta “Cava dell’Italcementi”.
Ora, se da un lato i colpevoli di tale scempio sono da biasimare, e a mio avviso da sanzionare pesantemente, non mi sento di assolvere chi, preposto a far rispettare le regole, non si adopera in tal senso e neanche chi deputato a tenere pulito l’ambiente non fa nulla visto che i rifiuti da me segnalati e fotografati giacciono lì da ormai troppo tempo.
La cura per l’ambiente non si esaurisce demonizzando le automobili e costruendo piste ciclabili, ma anche mettendo in campo semplici pratiche quotidiane di gestione del territorio forse trascurate perché non danno visibilità.




Questo è un articolo pubblicato il 13-02-2020 alle 08:38 sul giornale del 14 febbraio 2020 - 975 letture