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Due voci, un solo canto… sotto la Cupola di San Pietro a Roma

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Il prossimo fine settimana sarà “storico” per le comunità di Pieve di Cairo e Castelnuovo Scrivia. I cori “Santa Cecilia” di Pieve e “Beato Stefano Bandello” di Castelnuovo si uniranno ancora una volta per animare la Santa Messa celebrata da Padre Viola, che nel passato ha operato nella Diocesi di Tortona.

Il rito si terrà sabato 16 nella Basilica di San Pietro a Roma. Un evento che unisce la fede alla bellezza del canto polifonico di cui questi due cori sono espressione.

Dopo le bellissime esperienze di Firenze, Pisa, Assisi, Padova e Vicenza è giunto il momento più importante e, per certi versi, suggestivo. L’imponente navata della Basilica papale raccoglierà ed estenderà le voci dei nostri concittadini che da tempo stanno preparando questo evento con attenzione ai dettagli e per rendere il canto una preghiera speciale. Sarà presente al rito anche una delegazione dell’Amministrazione comunale di Pieve di Cairo, che giungerà a Roma il giorno prima per rendere omaggio alla memoria di Monsignor Pietro Barbieri, fondatore della Casa di Cura “La Cittadella Sociale”. Non mancherà lo spazio per la cultura, con una visita guidata attraverso le bellezze della Capitale. Domenica 17, al momento della recita dell’Angelus in Piazza San Pietro, Papa Francesco saluterà i due cori e la delegazione, una preziosa benedizione per le due comunità.

La parola alla Direttrice del Coro di Pieve Lorenza Lombardi

Il Coro Beato Stefano Bandello di Castelnuovo Scrivia (AL) e il Coro a voci pari Santa Cecilia di Pieve del Cairo collaborano da più di dieci anni con lo scopo di rendere lode a Dio attraverso la preghiera in canto. Lavorando con i due cori separatamente, mi sono resa conto che la loro unione avrebbe potuto dar origine a qualcosa di particolare. E così è stato! Indubbiamente non facile, ma assolutamente emozionante. Tante persone, di età differenti, unite non solo dalla passione per il canto, ma anche da una fede profonda. La voglia di conoscersi, di condividere e di trasmettere valori oggi forse un po’ dimenticati. L’altro aspetto sul quale ho lavorato alacremente riguarda l’interpretazione. Trattandosi di cori amatoriali (pochi coristi leggono la musica), il percorso è stato sicuramente impegnativo, ma i risultati alla fine sono arrivati. Nel primo anno di sodalizio, i cori hanno lavorato per uniformare il repertorio, dopodiché lo hanno ampliato e continuano a farlo tuttora. Il repertorio è prevalentemente sacro e spazia da brani del 1400 fino ai giorni nostri. Oltre agli impegni liturgici i cori si dedicano anche alla realizzazione di concerti a scopo benefico, avvalendosi della collaborazione di voci soliste e di strumentisti. L’amore per il canto ci ha condotti in alcune delle più belle città d’Italia. Quest’anno la nostra meta sarà Roma e sarà per noi un onore poter animare la liturgia presso la Basilica di San Pietro. Sono certa che questa esperienza lascerà un segno indelebile in ognuno di noi. L’emozione è tanta ma sono sicura che riusciremo a trasmetterla”.

La trasferta romana e l’esperienza che i nostri coristi potranno vivere rimarranno sicuramente nei loro cuori, portando un pezzo di lomellina e tortonese nel cuore della simbologia cristiana, sulla tomba di Pietro. Un omaggio ed un segno di fede che Sant’Agostino così indicava “Cantare è pregare due volte” con quella gioia che, senza ostentazione o vanità, esprime il senso compiuto della fedeltà a Dio.



Questo è un articolo pubblicato il 11-09-2023 alle 14:42 sul giornale del 12 settembre 2023 - 110 letture






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